Barbarano del Capo Origini

Gli inizi di Barbarano del Capo potrebbero affondare nel lontano 1190, quando le popolazioni veretine furono Leuca piccola Barbarano del Capocostrette ad abbandonare il proprio paese inseguito all’assalto dei Mori. Predilessero la collina come luogo di rinascita chiamandola Vorano, per non dimenticare i popoli Barbari che li avevano costretti alla fuga, cancellando una comunità conosciuta nella notte dei tempi in tutto il mediterraneo. Quattro le Casate che si successero per guidare il Paese, i Capece 1190-1297 seguiti dalla famiglia Dell’Antoglietta 1297-1350, poi i D’Aquino per una generazione, con il ritorno ancora Dell’Antoglietta per un cinquantennio e con la ricomparsa dei Capece 1442-1817.


Leuca Piccola

Barbarano del Capo Frazione di Morciano di Leuca nel Salento

Barbarano del Capo, sulla strada degli antichi pellegrinaggi per Leuca.


Barbarano del Capo è un piccolo paesino del capo di Leuca che vanta uno dei complessi monumentali più famosi del territorio: LEUCA PICCOLA. Fu proprio Annibale Capece a volere ed a costruire quest’opera, vero esempio di ospitalità ed accoglienza, i segni tangibili del carattere ospitale dei suoi abitanti. Il culto della Madonna di Leuca aveva origini così antiche da richiamare ogni anno tantissimi pellegrini verso il Santuario posto all’estrema punta dell’Italia, DE FINIBUS TERAE, alla ricerca di una redenzione dai propri peccati ed assicurarsi così il posto in Paradiso. Ma il viaggio sino a Leuca era lungo e faticoso, un vero e proprio pellegrinaggio segnato sin dall’antichità dalla suggestiva STRADA DEI PELLEGRINI: piccoli sentieri che si facevano strada nell’entroterra salentino intervallati da tantissime testimonianze di culto e punti di sosta dove i pellegrini trovavano momentaneo ristoro prima di proseguire il viaggio.

Leuca Piccola è uno di questi punti di sosta: il complesso comprendeva la Chiesa per la preghiera, la locanda per il ristoro, i sotterranei con le nicchie per il riposo, i pozzi per l’approvvigionamento idrico, le scuderie e le mangiatoie per i cavalli e gli asini. Oggi purtroppo la strada provinciale ha diviso in due il complesso lasciando da una parte la Chiesa e dall’altra le Mangiatoie e quello che resta della locanda. Il fascino di Leuca Piccola comunque è unico e suggestivo, valorizzato dai restauri e dalla recente nuova illuminazione.

Diverse lapidi , alcune scomparse, ma presenti ancora nella memoria dei residenti, testimoniano l’antica saggezza dei Barbaranesi. Famosa quella delle 10 P (Parole Poco Pensate Portano Pena Perciò Prima Pensare Poi Parlare) e quella posta all’ingresso dei sotterranei “Don Annibale Capece hor mi feconda se un tempo sviscerar fece il mio seno entra qui, dunque, e ti trattenga almeno l’ombra, il fresco, la mensa, il vino, l’onda. A dì primo gennaio 1688”.
La chiesa, in origine intitolata a San Lazzaro, è un bellissimo esempio di architettura rinascimentale, con portico neoclassico e decorazioni pittoriche interne sei- settecentesche. All’interno , sul soffitto sono affrescati i quattro Evangelisti mentre lungo le pareti, ci sono le figure di altri Santi. Particolarmente pregiati i due confessionali ricavati nella roccia e suggestivo si presenta il belvedere dal terrazzo sovrastante la chiesa. Nel 1711 Mons. De Rossi nella sua relazione durante una visita a Barbarano, definiva il complesso Santa Maria di Leuca del Belvedere che divenne poi Leuca Piccola per distinguerla dal Santuario di Santa Maria di Leuca.


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