13 Settembre 2011 | Autore: raffy | Notizie Morcianesi
Articolo: Santa Barbara non dormire
Dal supplemento di “Notizie morcianesi” del 15 Novembre 1987 – Pagina 4
Ostruito il “canale di San Vito” da terriccio e costruzioni con tanto di licenza edilizia. L’alluvione provocherebbe un disastro.
Scopo di questa nota è affrontare un problema che da tempo si accenna a mezza voce negli ambienti politici, più specificatamente tecnici e nelle conversazioni dei cittadini di Morciano: l’ostruzione dovuta ad intervento umano dei canali di Torre Vado.
Un territorio collinare, qual è quello della nostra marina, presentata com’è logico dagli avvallamenti naturali scavati nel corso dei secoli dal deflusso delle acque piovane; e a Torre Vado esiste un canalone naturale denominato “Canale di San Vito” debitamente riportato su tutte le carte orografiche. Questo enorme canale nasce dalla sommità della collina e degrada verso il mare dividendosi in tre tronconi, uno denominato “Canale delle Scalelle” verso ponente; un troncone centrale che scorre parallelo a via Milano e attraversa via Venezia in corrispondenza dell’incrocio con la salita che porta a Morciano; un terzo troncone parallelo alla salita stessa.
L’attuale legislazione in materia, il buon senso e la previdenza, imporrebbero di tenere in grande considerazione e rispetto questi tre canali naturali. In particolare la legislazione regionale e nazionale prevede il rispetto edilizio per parecchi metri di distanza dai canali di raccolta, e un istituto nazionale ha provveduto, ormai da diversi anni, a stilare una mappa dei territori su cui è stato apposto il “vincolo idrogeologico”: nelle aree vincolate e nelle immediate adiacenze, non è consentita alcuna espressione edilizia.
A Torre Vado, queste importanti e previdenti regole legislative non pare vengano tenute in grande considerazione. Vero è che dalla redazione del primo strumento urbanistico risalente ai primi anni ’70 nessun evento calamitoso, alluvioni di portata rilevante, ecc, ha mai colpito la zona, ma ciò non esclude che tali eventi non possano prima o poi verificarsi. Chi non è più giovanissimo, ha ancora ben fresche nella memoria le immagini dei danni provocati da precipitazioni temporalesche di eccezionale portata che si verificarono negli anni ’50 e ’60. Nell’alluvione dl ’61 la violenza delle acque trascinò verso il mare case, alberi e massi di notevoli dimensioni.
Cosa accadrebbe oggi se tali fenomeni dovessero ripetersi? E’ vero che le strade asfaltate di recente realizzazione funzionerebbero da canali di alleggerimento, limitando il flusso delle acque nei canali naturali?
La situazione del Canale di San Vito è a tutt’oggi la seguente: nella parte alta si vedono restringimenti recenti dovuti non a interventi edilizi ma di carattere agricolo o dovuti a discarica spontanea di materiale di risulta proveniente da scavi. E sia.
Nella parte medio bassa di particolare gravità pare la situazione del troncone di scirocco, quello che costeggia la strada Morciano-Torre Vado, letteralmente sbarrato da una costruzione di recente realizzazione, con regolare licenza edilizia.
Non meno preoccupante la situazione del canale centrale il quale ha subito un restringimento ed è stato incanalato in un alveo cementizio di circa due metri. In tre punti scorre accanto o sotto a civili abitazioni.
Sotto via Marsala il canale è perennemente ostruito da rifiuti che, oltre ad aumentare il rischio in caso di piogge abbondanti, rappresenta uno sgradevole spettacolo estetico.
Il troncone delle “Scalelle” desta meno preoccupazione ma pare che proprio nel canale esista una lottizzazione per la realizzazione di un complesso turistico alberghiero.
D’obbligo alcuni interrogativi. Com’è possibile realizzare interventi in così netto contrasto con le normative vigenti? Com’è possibile violare così platealmente vincoli idrogeologici? Le risposte naturalmente non spetta a noi darle.