Il barocco leccese

17 Novembre 2008 | Autore: Mr.salento | Salento

Il barocco leccese deve la sua fortuna e la sua notorietà alla particolare qualità della pietra della zona, la pietra leccese, un tufo particolarmente facile da tagliare e scolpire, che, maneggiato e lavorato dalle abili mani degli scalpellini è stato trasformato da materia bruta in opera d’arte.

Santa croce barocco

Il barocco a Lecce nasce dalla particolare condizione sociale ed economica che la città conosce a partire dai primi anni del ‘600, quando la città comincia, da piccola cittadella fortificata a fiorire sotto diverse influenze, quella della chiesa cattolica, con la sua esigenza di edificare luoghi di culto maestosi nella nuova città che si stava espandendo, e quella dell’ampliarsi delle attività commerciali e del fermento culturale, che, insieme formarono quel crogiolo di ispirazione da cui scaturiranno le bellissime piazze del centro storico di Lecce, le sue chiese movimentate, fiorite e decorate all’inverosimile ed i palazzi notarili che competono per bellezza con le chiese. Un itinerario virtuale del barocco leccese non può che partire alla piazza principale della città, la Piazza del Duomo, in cui la scenografia delle facciate barocche si sposa con lo strepitoso equilibrio urbanistico che la fanno una delle piazze più belle dell’intero stivale italiano.

La Cattedrale della Madonna Assunta, presenta la vera e propria facciata molto sobria a cui però si sovrappone una finta facciata barocca, posta frontalmente alla piazza, riccamente decorata. Sul fondo lo scenografico Palazzo Vescovile (“Episcopio”) e, a dominare su tutto il Campanile. Sia la cattedrale, rimaneggiata in epoca barocca che il campanile sono opera di Giuseppe Zimbalo, l’architetto leccese che tra le altre opere cittadine realizzò la Colonna di S. Oronzo, che domina la piazza più elegante della città di Lecce, Piazza S. Oronzo, e la Basilica di Santa Croce, vero e proprio tripudio dell’arte barocca.

Dalla gradinata la facciata si estende movimentata da numerose sculture di animali fantastici, putti e cariatidi che reggono una balaustra aggettante, sulla quale si staglia il frontone diviso in tre navate divise da colonne ricche di ornamenti che ai lati racchiudono due imponenti statue ed al centro uno splendido rosone. Al di sopra, per completare l’ardito movimento, un fregio che si curva tra angeli e stemmi e decorazioni floreali, un capolavoro di eleganza. Tanto eccesso barocco viene in parte contrastato dalla facciata più sobria del Palazzo dei Celestini, su disegno dello stesso architetto, la cui facciata, e sì decorata di festoni, putti e stemmi ma decisamente meno abbondanti. Di Giuseppe Zimbalo anche il Campanile in Piazza del Duomo che svetta fiono ai 70 metri di altezza, dominando la piazza con le sue tre sezioni balconate.

Di un altro architetto leccese, Giuseppe Cino è invece la facciata della Chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo, su pianta romanica e rifatta nel ‘700, quando all’impianto romanico di cui si conservano il rosone ed i portali si sono aggiunte statue e decorazioni floreali. Dello stesso architetto il Seminario che svetta, in perfetta armonia con gli altri edifici in Piazza del Duomo, dalla facciata in bugnato con le cornici delle finestre riccamente decorate. Altre chiese barocche a Lecce sono S. Matteo, Sant’Irene e San Francesco della Scarpa.

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