Riti pagani in Salento – Guida del Salento parte IX

17 Gennaio 2010 | Autore: Mr.salento | Salento

Il Salento è stato un territorio popolato da popolazioni diversissime, provenienti dai quattro angoli del Mediterraneo, dai greci a turchi, dai saraceni provenienti dal Nord Africa agli spagnoli, dai normanni ai longobardi ed alle stirpi germaniche, alle antiche popolazioni provenienti dall’Illiria, le regione balcanica sita nella parte opposta del Mare Adriatico.

Del passaggio di questa moltitudine di genti restano diverse testimonianze, linguistiche, culturali, nella cucina, nella musica, e nelle usanze di carattere religioso.

E’ proprio in quest’ultima voce, la religiosità, che il Salento presenta caratteristiche uniche nel panorama italiano. Qui infatti chi volesse visitare in profondità il territorio non limitandosi a godere le belle spiagge ed i litorali, potrà trovare tantissime testimonianze di antichi culti pagani che in qualche caso persistono nella religiosità popolare fino ai giorni nostri.

Uno degli esempi di antichi culti è la presenza diffusa sul territorio di monumenti che ancora oggi costituiscono un mistero per storici ed archeologi, i dolmen ed i menhir. Diffusi in tutta Europa, essi rappresentano la testimonianza di un antico culto, probabilmente condiviso da molte popolazioni in tutta l’Europa conosciuta, di cui però non resta traccia. Si pensa tuttavia che fossero culti dedicati al sole o agli astri, dato che molte delle grandi pietre monolitiche infisse nel terreno hanno disposizioni non casuali rivolte verso specifiche stelle.

Restano poi tanti reperti della tradizione pagana relegata ai culti greci e romani, templi, altari, are votive ed edifici sacri sono ancora oggi visibili nei tanti siti archeologici sparsi lungo tutto il territorio.

Dell’antica ritualità pagana da testimonianza anche la grande profusione di eventi e feste popolari evidentemente la cui origine proviene da antichi riti legati al trascorrere delle stagioni, come il culto del fuoco con cui si festeggiano la fine dell’anno ed il cambio di stagione, oppure il carnevale, che si rifà agli antichi Saturnalia dell’epoca romana.

Ma forse la traccia più evidente e suggestiva del permanere di antichi riti pagani è rappresentata dal rito delle tarantolate. Un’usanza che affonda le sue radici in un passato molto remoto, in cui la musica ed il ballo erano utilizzati a scopo terapeutico per guarire le donne affette da problemi di carattere psichico, che la tradizione popolare attribuiva al morso di un ragno comune nelle campagne salentine.

Oggi questo rito, rimasto immutato fino agli anni ’60 del ventesimo secolo, è in gran parte scomparso nei suoi rituali più profondi, come è quasi scomparsa la cultura contadina che lo supportava ed alimentava, ma le tracce sono rimaste nella musica che veniva utilizzata per esorcizzare le tarantolate, la pizzica, che anzi, grazie la rinnovato interesse dei giovani, degli studiosi e dei musicisti, è oggi una delle massime espressioni culturali ed artistiche del Salento.

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