Masseria Celsorizzo

Situata nella immediata periferia di Acquarica del Capo, lungo la strada che porta a Torre Mozza: è possibile Masseria Celsorizzoammirare l’intero complesso percorrendo la Superstrada Leuca-Gallipoli. Appartiene alla famiglia Arditi di Presicce, è in totale stato di abbandono, anzi sono stati recentemente murati tutti gli accessi ai locali di servizio nonché alla scaletta esterna in muratura che conduce al primo piano della torre, particolarmente critiche si presentano le condizioni statiche della parte più alta del fortilizio. Suggestiva la corte interna, che è tutta un incrociarsi di archi sospesi nell’aria, miracolosamente salvi pur nella loro ardita esilità.
L’elemento più importante di questo insediamento è costituito dalla magnifica torre a base quadrata che con i suoi tre piani domina su tutto l’abitato di Acquarica.
Due sono le caratteristiche peculiari che fanno di questa torre una struttura unica nel suo genere: in primo luogo il piano terra che, fortemente a scarpata e somigliante ad una rampa di lancio per i piani superiori, ingloba al suo interno una preesistente chiesetta basiiana del sec. XIII, dedicata a S. Nicola di Mira. Miracolosamente sono salvi alcuni affreschi, tra i quali si impongono per qualità e armonia quelli che rappresentano la Cena Mistica, un Cavallo coricato, i SS. Cosma e Damiano, l’abside impreziosita dal Masseria CelsorizzoPantocratore e da S. Giovanni Crisostomo con cartiglio: La seconda caratteristica è data dalla parte sommitale dell’ultimo piano, diventato per metà un ballatoio funzionale ad una sovrastante torretta le cui mensole richiamano pari pari quelle della torre. Dette mensole sono bellissime, a tre bombature, e sostengono un parapetto aggettante munito anche di feritoie: tra il parapetto e le fiancate della torre si è formata una caditoia continua.
A trenta metri dal fortilizio, in direzione nord, c’è una bella torre colombaia cilindrica divisa esternamente in due livelli da un cordolo a superficie piatta. Un toro marcapiano cinge la torre a mezzo metro dal piano della campagna: a questa altezza nasce l’accesso all’interno della colombaia, interno realizzato con le buche per i colombi e le scalette con i gradini sporgenti dalle fiancate. Nella parte alta, incise su di una lastra di pietra, sono conservate la data di fondazione -1550- e la scritta dedicatoria della nobile famiglia dei Guarino.
Questa masseria simboleggia, purtroppo, la situazione comune a tantissimi altri organismi architettonici del nostro Salento: depositaria di un passato lontano, protagonista di vere e proprie epopee, oggi sembra ormai fuori del tempo e dello spazio, e mostra sul proprio corpo le stimmate dell’ingratitudine umana e dell’oblio.


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